Rione Pilarella

Ecco. Ogni volta che sono all’inizio del lungomare ne incomincio a intravedere il profilo. Inizio la panoramica dello sguardo dalla destra e scorgo la sagoma netta e gentile di Punta Madonella che si butta in acqua…là inizia il mio rione…non solo da quella punta ma da tutto il mare…lo domina e ne viene dominato, come una simbiosi, come un fedele fidanzamento, come un legame che dura al di là di tutto…noi santostefanesi veniamo dal mare…noi pilarellai ci veniamo ancor di più… Continuo a ruotare lo sguardo. Il verde dei giardini delle ville, le sagome delle case in stile Liberty nella zona del Siluripedio…passo il molo della Sanità…il ricordo, che viene dalla visione delle vecchie cartoline, mi rimanda a quando da lì partiva “il vaporetto” per il Giglio…allora era quello il vero porto…la partenza e l’arrivo erano legati a quella banchina, a quel tratto di molo… Ho sempre un po’ di nostalgia quando vedo tutta via del Molo. Magari la sera, con qualche luce in più dai palazzi a ridosso della strada. Tutte quelle finestre e quei balconi stretti o lunghi. Quelle aperture verso il mondo che una volta significavano “stiamo vicini l’un con l’altro, stiamo stretti a mantenere il bello di questo mondo…” Sì, un piccolo mondo. Un microcosmo. Il nostro piccolo universo fatto di persone e di personaggi. Di famiglie e di anedotti. Di chiavi attaccate alla porta e di solidarietà. Di partenze e di ritorni. Dove tutti ci conosciamo e dove tutti portiamo nel cuore, anche se in un angolo piccolino, i nostri colori. Io sono nato qui. Sopra la “Giocondiana” o per tutti noi Villa Viti. Due piccole torri che stanno a guardia di Via del Molo, proteggendola dall’alto. Il giardino della Villa è un’unica macchia di verde che rende più netti i colori dei tetti delle case. Non ho più bisogno di voltare la testa. Mi appare la piazza con le palme a ridosso delle case. Sull’angolo laggiù so che c’è la Pila. Sotto un’apertura ad arco una volta c’erano “i cannoni” che sparavano l’acqua della Pilarella. Se il mare è fatto di acqua salata, la vita degli esseri umani che lo solcano resiste per l’acqua dolce che la terra restituisce. Alla Pilarella l’acqua è l’elemento principale. L’abbiamo davanti agli occhi ogni giorno. Sulle “nostre” acque si svolge il Palio. Le nostre pietre si affacciano sull’acqua del mare. Ed il nostro simbolo parla per noi, di noi. E di questo rapporto che abbiamo con l’acqua. Il delfino, il più bello degli animali marini, essere vivente intelligente, gioioso, capace di giocare e di essere razionale. L’anfora che raccoglie l’acqua stessa, che è quanto mai simbolica della vita. Siamo una piccola famiglia. Gioiamo contenti quando vediamo qualche pilarellaia che aspetta figli, perché sappiamo che il nostro “popolo” aumenta. Ci rende triste sapere chi ci lascia, vedendo con una stretta al cuore la nostra bandiera issata a mezz’asta nel pennone in piazza. Sono sempre stato contento di essere nato qui. In questo angolo di mondo che noi chiamiamo “scoglio”. Sono compiaciuto di essere santostefanese, con i pregi e difetti che ne deriva esserlo. Sono ancor più fiero di essere pilarellaio. E sono più contento quando, ritornando a casa, ritorno vedendo negli occhi la Pilarella...

Paolo Bracci tratto dal libro "VOGA!"


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