Brano tratto dal libro di Giuliano Gallo "Il padrone del vento, la lunga vita felice di Agostino Straulino"
I marinai del Vespucci amano Straulino come forse non hanno mai amato nessun comandante prima: li obbliga a turni massacranti, li sveglia di notte per manovrare se solo c'è una bava di vento da sfruttare, li conduce a volte in situazioni limite. Ma restituisce loro anche l'orgoglio di quello che sono, li fa sentire i migliori marinai della migliore nave a vela del mondo.
I marinai del Vespucci amano Straulino come forse non hanno mai amato nessun comandante prima: li obbliga a turni massacranti, li sveglia di notte per manovrare se solo c'è una bava di vento da sfruttare, li conduce a volte in situazioni limite. Ma restituisce loro anche l'orgoglio di quello che sono, li fa sentire i migliori marinai della migliore nave a vela del mondo.
"I nocchieri del Vespucci erano gente meravigliosa", ricorda l'ammiraglio Garampi. "C'era un capo nocchiero, si chiamava Buratto, che non scendeva mai a terra nei porti. Chiedeva un permesso solo in Italia, per andare a Porto Santo Stefano a scegliersi personalmente i suoi nocchieri. Li voleva tutti toscani dell'Argentario. 'Sono i migliori', diceva convinto".