Nell’ampia baia che raccoglie la cittadina di Porto S. Stefano, emerge una piccola “punta” dove ad oggi è situata la bandiera che ci rappresenta. Essa si protende in mezzo alla baia e congiungendosi verso occidente con il molo della Pilarella, va a formare un’ ansa naturale che prende il nome di “Stadio del Turchese” dove ogni anno dal 1937, ad eccezione del periodo passato sotto i bombardamenti della guerra, si disputa fra i quattro rioni il Palio Marinaro. Proprio da quella punta e per tutto il lungomare che ne segue verso oriente, guardando verso il monte si erge un insieme d'antiche case, tradizionali negozi, vicoli, scalette e archetti fino ad arrivare alla base della fortezza spagnola; avendo come fulcro il grande campanile con ai piedi la chiesa dedicata a Santo Stefano Protomartire da qui è nata la comunità di Porto Santo Stefano, sono le vie del Rione Croce che hanno fatto da teatro al crescere del paese.
Proprio nella piazzetta davanti alla chiesa che si affaccia sul mare, mi raccontavano gli anziani che nei giorni di grande tempesta le madri e le spose accorrevano recando con sé il prezioso uovo dell’ascensione praticando un antico e segreto rituale, lo affidavano in pasto alle onde burrascose perché ne placasse la furia tremenda. Qui si riunivano le persone all’uscita dalla messa e qui si fermavano i primi turisti ad ammirare quel pittoresco grappolo di case appollaiate sulla scogliera animata da mille voli di gabbiani.
E’ così che la contrada della Croce tende a contraddistinguersi come il cuore pulsante del paese; con il passare del tempo, attraverso periodi buoni e cattivi dai bombardamenti della guerra, fino ad arrivare ai giorni nostri.
In questi luoghi, ho passato la mia infanzia e dal calore di queste tradizioni è nato il mio attaccamento al rione, come me molti altri giovani fieri di essere legati ai nostri colori; perché, soprattutto per noi essendo il rione più piccolo e più antico, è una forma di appartenenza ad un mondo fatto di valori.
E’ dalla chiesa e dai gabbiani che volano numerosi nei nostri cieli che prende forma lo stemma che contraddistingue il rione croce; rispettivamente dalla prima viene preso spunto sia per il nome che per la parte inferiore dello scudo che rappresenta la croce rossa di San Andrea su sfondo argento e nella parte superiore un gabbiano argento su sfondo rosso.
E’ un sogno, che mi si avvera tutt’oggi, rientrare in paese vedendo sullo sfondo il mio amato rione orgoglioso di appartenere a questi colori.
Pierluigi Schiavi tratto dal libro "VOGA!"
Rione Croce
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